The SkyCreed

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{LA GENESI}

La Prima Era: Il Tempo Senza Tempo

All'inizio dei tempi v’era una sola forma di vita in tutto il creato: la Stirpe dei Mouhn (o Draghi). Essi furono le creature più antiche, le prime, partorite dai desideri più reconditi della Divina Triade: Aesa, Yesura e Onaem. Gli dèi crearono ciascuno un essere a propria immagine e somiglianza donando ai Mouhn l’ intero pianeta dove poter vivere e moltiplicarsi. Degni d’ ogni virtù e capacità, i Mouhn si dimostrarono infinitamente saggi ma anche avidi ed assetati di potere. Si moltiplicavano in fretta, compiendo atti raccapriccianti sui loro stessi simili pur di dimostrare la propria superiorità. Smisero di porre fede nei loro creatori e col tempo furono giudicati da questi indegni, perdendo ogni sorta di Benedizione Divina. Ciò li condusse allo sbaraglio e all’ardente desiderio di dominio su ogni altro Essere del cosmo. Divennero sempre più egoisti e distrussero ogni cosa bella gli fu messa a disposizione rendendo il Pianeta una superficie brulicante di Magma. Questione di tempo e le loro ambizioni sarebbero state quelle di scalzare i loro stessi creatori trovando nell’Energia Magica delle cose (Mana) una salda fonte a cui abbeverarsi per potersi evolvere. Ciò mise in contrasto le Tre Essenze Cardine che iniziarono ad additarsi l’un l’altro gli errori di tutti e tre. Per questo motivo Aesa, Yesura e Onaem decisero di intervenire scatenando atroci calamità sul Creato: tremendi terremoti, violente eruzioni fino al protrarsi di spaventose glaciazioni che sterminano ogni Mouhn e ricondussero il pianeta agli aridi albori. Flora e fauna erano apparentemente abbandonate al loro destino, sconfitte dalle calamità naturali e ad una strenua lotta mirata all'adattamento delle precedenti specie animali per sopravvivere alle condizioni climatiche e geologiche di quel momento. Si narra che quando tutto fu calmo, nell’Equinozio d’Estate, si senti un boato di gioia provenire dall’alto: gli Dèi e i loro figli eterei, gli Anki, gioivano dai Cancelli del Rakuen (Paradiso).

La Seconda Era: Il Tempo della Progenie

Gli dèi incaricarono i loro figli senza tempo, gli Anki (Angeli), di materializzarsi sul nuovo Pianeta e di bonificare con la luce ogni zona rimasta buia, così come dovevano assicurarsi che nulla della Stirpe Mouhn avrebbe lasciato traccia di sé e della sua esistenza. Eppure uno degli Anki, mosso a pietà nel ritrovare uno Scrigno integro nonostante gli accadimenti, disobbedì rifiutandosi di distruggerlo e nascondendolo segretamente sul fondale di un Lago. L’Atto passò inosservato e una nuova diatriba ruppe l’equilibrio delle Tre Essenze. Aesa, Yesura, e Onaem iniziarono a discutere su come ripopolare il pianeta. Aesa, la Dea Luminosa, Signora della Vita propose di creare forme di vita deboli, limitate e differenti tra loro così da non potersi coalizzare. Yesura il Giusto, Padrone degli Astri, fu il primo ad acconsentire mentre Onaem l’Irrequieto, Signore della Notte, avanzava le prime proteste in merito. Ma la coalizione delle altre due Essenze non diede adito alla campana dell’ultimo instillando in Esso il seme della Gelosia. Onaem inizio ad allontanarsi sempre di più dai suoi pari accerchiandosi di seguaci tra gli Anki e corrompendoli fino al punto da creare una propria Progenie: gli Amonài (Demoni). Gli Amonài erano portatori di discordia, incaricati di distruggere ogni opera buona degli altri Dèi. Così, quando Aesa creava gli Ljósálfar (Elfi della Luce), Onaem inviò il Demone Lloth affinchè s’accoppiasse con uno di loro generando dai suoi stessi lombi gli Døkkálfar (Elfi dell'Oscurità/Drow). Contemporaneamente Yesura, creatore degli Uomini fu disturbato dal Demone Cain il quale condusse alla follia un Uomo portandolo al cannibalismo e alla diffusione della sua stessa “malattia” fino a creare il Draug (Vampiro). Aesa e Yesura non restarono impotenti a lungo e decisero che per le nuove creature deturpate da Onaem, vi sarebbe stato il vincolo che lo stesso Dio rappresenta: quello dell’Oscurità. Nessun Dokkalfar e nessun Draug avrebbe mai potuto vivere nella Luce. Ma le Creature delle Tenebre riuscivano a portare distruzione e morte anche di notte, i Draug seminavano cadaveri e paura così che nessuno riuscisse a fermarli; per questo Aesa ponderò una soluzione che potesse contrastarli e infine rese più forte e coraggioso un gruppo di uomini intessendo la loro anima con lo spirito del Lupo e creando così i Likan (Mannari) col primordiale e inspiegabile istinto di opporsi alla loro nemesi senza odore. Yesura, più riflessivo e calcolatore, si estraniò completamente dalla competizione tra i due Pari ed iniziò a ragionare su come il Pianeta fosse pieno di risorse e su come gli uomini fossero poco adatti alla sopravvivenza in anfratti e caverne. Così creò i Dwarf (Nani) affinchè avessero popolato gl'incavi delle rocce e il ventre delle montagne.

La Terza Era: : Il Tempo dell’Attesa

Mentre sul Pianeta le cose procedevano senza grandi mutamenti, altro avveniva nei cieli. Aesa bandì dal Rakuen gli Amonài scagliandoli nel Regno di Geth (Inferno) ed ammonì Onaem di fare altrettanto se non avesse temperato la sua indole. Ma il Signore della Notte era ormai corrotto, oscuro e pregno di sentimenti negativi. I suoi piani non comprendevano più alleanze con gli altri Dèi, ma anelavano contrasti e rivalsa. Se ne andò volontariamente nel Geth, oltrepassando il fiume Laidos (o Fiume delle Anime). Un solo ponte attraversa il fiume, ponte che conduce all'ingresso del palazzo di Geth, chiuso da porte di ferro e cinto da alte mura nere che racchiudono i suoi sinistri abitanti, alle quali lunghe ed immense catene di acciaio si collegano dal terreno. La sala del trono è il Dolore, la mensa la Carestia, il letto di Ónæm è lo Sfinimento e la Malattia. Creo lì il suo Regno e si nutrì di tutte le atrocità del mondo gonfiando il proprio potere oscuro ed acquisendo il titolo di Reggente della Morte. Yesura ed Aesa sapevano che quell’Esilio non avrebbe mai placato la sete di vendetta del Dio Oscuro che dal canto suo promise loro un Conflitto Finale che avrebbe visto coinvolto l’intero piano oltre che l’intero cosmo. Su tale Conflitto ogni discepolo di taluna divinità ha costruito fino ad oggi, la propria Profezia e nei giorni che verranno, sino alla fine dei Tempi, si prodigherà affinchè la propria Verità sia l’Unica. Nel frattempo tra le razze il dissapore cresceva, come tra i loro Creatori e nessuno, fino a quel momento, sembrava poterlo placare.



{PROLOGO}
Salve giovani promesse…il mio nome è Dùlrich Ulrèi e sono l'uomo più anziano di questa cittadella...

Wardust è l'unica città fondata dagli uomini presente in questa penisola, nessuno di noi ne ha mai vedute altre vuoi perchè molti sono coloro che vi si sono avventurati, ma pochi sono quelli che hanno fatto ritorno.

Vi chiederei di sedervi, ma come potete vedere la mia non è altro che un'umile dimora, pertanto temo dovrete accontentarvi di quel vecchio e rugoso stipite di legno marcio come appoggio…

Ehi! Ho sentito i vostri ghigni ignoranti, sono cieco ma non sordo! Se siete venuti per farneticare cose senza senso o beffarvi delle condizioni di questo povero vecchio allora potete andarvene, sapete dov'è la porta…!

Se invece volete sapere di più…allora accomodatevi e badate di prestare attenzione a quello che vi dirò.

I miei occhi ormai cechi hanno sempre lasciato più spazio ai miei orecchi, orecchi che col trascorrere degli anni sono stati attraversati da leggende e antiche storie…storie di uomini discesi dal cielo e di civiltà perdute sviluppatesi nella nuda roccia delle montagne…Questo fu il principio…si narra che la Genesi di questo mondo sia stata stilata da mani celesti, incisa sulla carta di un'antica pergamena con il sangue di coloro che pagarono per i crimini commessi: La Pergamena di Esràsl. Ma non perdete il vostro prezioso tempo nella sua ricerca…sono solo leggende e storie folkloristiche…; esiste invece una storia, una storia che ci accomuna tutti…alla quale siamo inevitabilmente legati…

LA STORIA A CUI SIAMO LEGATI…LE ORIGINI E L'INSEDIAMENTO DEGLI UOMINI

Cit. ”Viviamo la nostra esistenza, inconsapevoli di ciò che ci circonda.”

La Penisola in origine era terra selvaggia, dimora di belve e di vaste distese boschive...seguite da immense pianure e impervie catene montuose innevate, grandi fiumi e zone semidesertiche. Trascorrevano i secoli ed i millenni, e mentre la terra mutava il proprio aspetto, adattandosi alle specie che la dimoravano, fra ere glaciali ed eruzioni vulcaniche, una fra tutte stava evolvendo la propria forma ed il proprio essere: l'Uomo.

Col trascorrere degli anni, da cacciatori e raccoglitori, divenimmo produttori; nacquero così l'agricoltura e l'allevamento e ciò significò che da nomadi quali fummo, diventammo sedentari cosicché negli anni a venire il nomadismo divenne puramente stagionale: gli spostamenti avvenivano all'interno della stessa porzione di terra e con il mutare delle stagioni, seguendo le migrazioni degli animali…questo fin quando non si ebbe la fine dei grandi flussi del nomadismo.

Eravamo ormai agricoltori e allevatori...e la necessità di badare alle nostre mandrie e al nostro raccolto ci implicò di stanziarci definitivamente in questa porzione di terra contenuta fra il mare a Sud, vertiginose catene montuose a Nord-Ovest, l'immensa distesa boschiva verso Nord ed infine...la grande valle ad Est.


UNA NUOVA "CASA": L'INIZIO DELLA CIVILTA' UMANA

Fu a tal punto che sulla porzione di terra che coltivammo e dove allevammo le nostre mandrie, fondammo il primo villaggio di uomini con abitazioni fisse, per quanto esse fossero ritenute ancora rudimentali; ebbe così inizio lo sviluppo della società degli Uomini. Dovevamo soddisfare le esigenze della comunità, tale necessità diede vita ad una vera e propria suddivisione dei ruoli e dei compiti: chi svolgeva mansioni di maggiore importanza acquisì l'autorità sugli altri e così iniziò a delinearsi la nostra gerarchia sociale...Chi fra noi dimostrò d'essere l'individuo più autorevole ebbe il diritto di dirigere gli altri e così il linguaggio e la comunicazione orale divennero più complessi e articolati...

Man mano che gli anni trascorrevano, il nostro intelletto si elevava in forme più complesse, dandoci la possibilità di migliorare le nostre case, le nostre botteghe e le nostre abilità, garantendo così lo sviluppo del villaggio: innescò la diversificazione delle attività lavorative e la nascita di forme più complesse del concetto di economia e di scambi fra i cittadini; venimmo a conoscenza del fenomeno dell'estrazione, ed imparammo così ad estrarre minerali e metalli dall'interno delle montagne, mettendo in circolazione la nostra prima valuta, lo Skar, ma non fu solo questo il vantaggio che ne traemmo, poiché alcuni uomini si specializzarono nella realizzazione delle prime armi munite di lame, come spade e lance. Fu proprio durante un giorno di lavoro in miniera che facemmo un particolare incontro, perchè ci imbattemmo in una piccola e strana razza, nonchè burbera, non molto diversa da noi: avevano le nostre sembianze ma erano molto più bassi di statura, per questo li battezzammo col nome di Nani. All'inizio ci fu diffidenza, ma con il trascorrere dei giorni venimmo a conoscenza della loro innata abilità di estrattori e non solo, perchè sembrava fossero anche ottimi Fabbri; a tal punto da loro perfezionammo l'arte dell'estrazione mineraria e della forgiatura. Eliminammo in seguito la primitiva forma del baratto e si ebbe la prima forma di organizzazione sociale, presupposto che consentì il passaggio da villaggio ad una vera e propria Cittadella. Infine, ma non meno importante, iniziammo col seppellire i nostri morti, dando origine ai primi riti funebri e alle prime forme di culto religioso rivolto alla Dea Æsa, dea della creazione e della luce, opposta figura dell'oscuro Dio Ónæm, figlio della perdizione, dispensatore di morte e custode di Hel (Inferno) il cui tempio risiede oltre le oscure profondità del regno dei Nani.


COLUI CHE SI ELEVO': IL GOVERNATORE FONDATORE DELLA CASATA DEI BALDAR

La Cittadella fu costruita, ma occorreva ancora molto perché potesse essere ritenuta perfetta e ci fu un uomo, uno fra tutti, che manifestò le proprie doti di comando, distinguendosi dai comuni cittadini: Valgerd (Valgherd) dei Baldar. Valgerd assunse il comando della Cittadella in qualità Governante per volere dei concittadini e la battezzò con il nome: Wardust.

La Cittadella iniziò dunque una lenta ma progressiva salita verso la vetta di anni gloriosi sotto il comando del Governatore Baldar e non mancarono occasioni a dimostranza di ciò:

Vennero istituite leggi che regolamentavano il vivere comune;
Il giorno in cui fu reso definitivo il passaggio da Villaggio a Cittadella, fu proclamato giorno di Festa (26 Aprile);
Venne diffuso l'ordine di erigere un Porto e quindi Cantieri Navali, utile per l'esplorazione via mare;
Venne inoltre istituita la prima milizia cittadina denominata Legione di Wardust, con il compito di tutelare la sicurezza territoriale e di far rispettare le leggi vigenti;
La Cittadella aveva iniziato col trovare il proprio equilibrio di sviluppo, volgendo in un periodo di pace ed armonia, fra giorni dediti alla caccia, alle notti allegre trascorse nella Locanda, ma anche ai giorni riservati al lavoro e alla produzione di materie prime utili per il sostentamento dell'economia stessa.


LA GUERRA E IL TAVOLO DELLA SPERANZA

Sembrava esserci un periodo di calma nella Cittadella di Wardust, ma come ogni agricoltore sa, il raccolto può andare anche male. Nella cittadella stava per abbattersi uno dei mali più grandi che la stessa ebbe mai vissuto: La Guerra. Benchè Wardust non possedeva un valido e numeroso esercito, fece comunque la sua parte in quella Guerra che era stata generata per causa loro ma non da loro...Essa riguardava Dei e Razze, ed il fine era il controllo del piano materiale. Valgerd dovette prendere una decisione, quella di schierare quelle poche risorse a difesa della cittadella contro razze ed esseri che fino ad allora non aveva mai incontrato, unica eccezione fatta per i Nani.

Gli scontri che ebbero luogo furono innumerevoli, contro strani esseri dal corpo scuro e occhi affilati poi chiamati da noi umani Drow e difesi fummo da quelli che sembravano i loro antagonisti in guerra, puri e candidi, magnificenti nel vederli, gli Elfi! Sembrava come se ogni razza stesse combattendo per un unico posto, sembrava che Wardust fosse la capitale del loro interesse, la capitale dove tutto ha avuto inizio e dove tutto doveva avere fine.

Tremendo fu il verdetto finale, dopo mesi di intense battaglie ogni razza tornò sui propri passi, ma nessuna di queste voleva mettere a repentaglio la propria gente così, da un'idea partorita dalla mente della giovane moglie di Valgerd, fu stabilito un incontro nelle segrete del Palazzo Reale, incontro a cui parteciparono i Re delle razze Naniche, Elfiche e Drowish al fine di stipulare un accordo di pace che potesse assegnare diverse zone, compresa la cittadella di Wardust, a tutte le Razze per una convivenza pacifica. A seguito di una decisione unanime le zone furono divise ed assegnate alle rispettive razze in base ai loro fabbisogni:

Ai Nani furono lasciate le Miniere...e con esse, tutti i cuniculi interni alla Montagna da essi conosciuti. Lì i Nani avrebbero dato vita al proprio Regno;
Agli elfi fu data la possibilità di risiedere dentro la Cittadella di Wardust e tra i boschi vicini;
Ai Drow vennero assegnati, su loro espressa richiesta, tutti i cuniculi, quali la rete fognaria e le zone al di sotto della superficie della cittadella; all'insaputa di tutti, eressero un Tempio dedicato alla Dea Ragno Lloth, cosicchè avessero potuto continuare a professarne segretamente il culto;
Agli Umani fu garantito il diritto di governare la cittadella di Wardust e affidato il compito di costruire un tempio rivolto alla Dea Aesa
Così il Tavolo della Speranza decise e così, a tutt'oggi, si continua a mantenere la promessa di quanto fu stipulato da quell'incontro che mai, prima di quel giorno, aveva visto razza differente da quella degli uomini.


LAVORI ULTIMATI: ANNUNCIATA LA PRIMA ESPLORAZIONE VIA MARE

A distanza di quattro anni dall'incontro al Tavolo della Sperenza, i lavori che prevedevano la costruzione del porto, dei cantieri navali e quindi delle prime barche da esplorazione, vennero ultimati. Allo scopo di trovare nuove risorse e ricchezze, il Governatore annunciò e confermò la prima esplorazione via mare: le due imbarcazioni avrebbero dovuto esplorare la costa rocciosa ai piedi delle montagne a Nord-Ovest e proseguire fin quando non avessero trovato nuove possibili risorse, punti strategici di costruzione, poiché si iniziava col pensare a future ed eventuali minacce, o ricchezze, come nuove vene d'oro ed altri metalli presenti in natura ancora non scoperti. Le imbarcazioni sarebbero dovute rientrare al porto sul far della sera con, o senza novità.

Giunse il grande giorno: le due imbarcazioni, le prime create a scopo esplorativo, chiamate Drakkar, erano state approntate e gli uomini attendevano immobili e silenti sui rispettivi ponti l'ordine del Governatore. Egli gridò a gran voce, dando inizio all'esplorazione; le imbarcazioni lasciarono adagio il porto, svanendo lentamente dalla vista dei cittadini, costeggiando le pareti rocciose delle montagne che calavano a picco sul mare.


L'ANTICO SANTUARIO CELATO DI NUCKELAVEE.

Si narra che le prime ore di quel giorno furono prive di sorprese, ma ad un tratto un uomo iniziò a gridare: cercava di attirare l'attenzione dei suoi compagni verso quello che pareva essere l'ingresso semisommerso di una grotta... Tentarono invano di avvicinarsi, poiché ben presto capirono che la forza delle onde avrebbe infranto l'imbarcazione contro gli scogli; non gli restava altra scelta, gli uomini più resistenti dovettero gettarsi fra le onde e contrastare la forza delle correnti, mettendo a repentaglio la loro stessa vita per tentare di raggiungere la rientranza nella roccia...

Per quanto ardua sembrò quell'impresa, i tre riuscirono a nuotare fino all'ingresso della grotta, là dove le pareti rocciose impedivano alla corrente di spostare i loro corpi; inaspettatamente si avvalsero d'una striscia di terra e la percorsero…la percorsero fino ad uno stretto cunicolo dalle pareti umide e grondanti d'acqua, attraverso cui raggiunsero quello che ai loro occhi appariva come un arcano santuario…Le antiche scritture incise nella pietra dell'ingresso erano veri e propri geroglifici appartenenti forse ad un'antica civiltà, impossibili da interpretare o tradurre. Varcarono la soglia, e si avventurarono in quell'enorme atrio fatto di acqua e roccia; potevano avvertire l'odore salmastro dell'acqua marina che impregnava l'aria consumata. Per più di qualche istante si guardarono attorno circospetti, timorosi di poter disturbare il sonno eterno di colui che vi dimorava, ma ad un tratto, il loro sguardo fu catturato da qualcosa di lucente, qualcosa che sembrava emanare una luce propria…

Avvalendosi della loro forza scostarono la tavola di pietra che sigillava in parte il sarcofago e ciò che videro all'interno altro non era che un pendente in oro con, alla base, un rubino di forma tonda. Fu quello l'unico bottino che riuscirono a ricavare in quel giorno tuttavia…non sapevano quale male avessero risvegliato trafugandolo.


L'ANIMA DI UN GOVERNANTE CORROTTO…

L'imbarcazione rientrò al porto, accolta con grida di gioia per le possibili buone notizie, quando le prime ombre che preannunciavano il far della sera iniziarono a calare sulla Cittadella di Wardust; il pendente, raccolto precedentemente nella Caverna fu consegnato al Governatore Valgerd, che da quel giorno, aimè, non fu più lo stesso…

All'alba del giorno seguente, si dice che il Governatore fosse cambiato nell'anima… come se qualcosa avesse estirpato dalle sue membra quanto di buono c'era in lui.. Fu così che i giorni a venire divennero sempre più bui per Wardust e i suoi cittadini… il Governatore alzò le imposte sulle famiglie che a stento riuscivano nel rimediare il cibo per sfamarsi, il lavoro non bastava più per pagare e molti si ritrovarono a dover mendicare o addirittura rubare… La cittadella volgeva lentamente in condizioni disastrose… i delitti restavano impuniti mentre si preferiva punire i cittadini per i loro mancati pagamenti, il caos e la disperazione iniziarono a prendere il sopravvento… Essi non potevano andarsene, non avrebbero trovato altro luogo dove andare… per cui rimasero, rimasero con la paura che ogni giorno riempiva i loro cuori, il timore di doversi trovare difronte un amico, un conoscente, in balia della follia che serpeggiava fra le strade scaturita dalla crisi che tutti stavano vivendo… La situazione che si era generata gravò inevitabilmente sull'economia interna che presto conobbe una profonda crisi, la quale paralizzò parte della Cittadella e i suoi abitanti. Nei giorni a seguire, il Governatore vietò le esplorazioni marittime e nel frattempo il malcontento dei cittadini, incapaci di comprendere la reale motivazione celata dietro la follia del Governante fondatore, cresceva; la stessa moglie cercò di far lui comprendere che quanto stava causando ai cittadini era solo male e disperazione. Egli, colto si narra da una furia omicida, timoroso di un'azione eversiva a discapito del proprio trono, ordinò l'esecuzione dei suoi stessi famigliari: sua moglie e i suoi due figli. Solo il nipote, Mordekai Baldar, figlio del defunto fratello e rimasto prematuramente orfano, fu risparmiato. Subito in seguito all'esecuzione dei suoi famigliari Valgerd si proclamò Duca di Wardust, affibiandosi questo nuovo titolo nobiliare di reggenza.

Dorian aveva capito che qualcosa era cambiato in suo zio, fin dal giorno in cui ricevette quel gioiello; quel pendente aveva risvegliato qualcosa di orribile, qualcosa che si era impossessata dell'anima del Duca, facendo abbattere sulla cittadella quella che sembrava essere una maledizione…Non gli rimase altra scelta, se non quella di uccidere suo zio, colui che fondò la cittadella di Wardust e colui che se ne prese cura dopo la morte della sua famiglia. Egli, ed un pugno di fidati legionari, compagni di anni passati, organizzarono e misero in atto il piano che diede la morte al Duca, soprannominato dai cittadini come: il Tiranno Scarlatto.

Il gesto fatto dal nipote di Valgerd fu visto dal popolo come simbolo di rinascita e liberazione dal Tiranno Scarlatto. Mordekai fu considerato come l'eroe salvatore della cittadella e successivamente dallo stesso popolo fu nominato Granduca di Wardust della casata dei Baldar.

Tutto sembrava essersi concluso con la morte del Governatore, ma la scomparsa di Valgerd generò un tremendo gorgo all'ingresso del Santuario di Nuckelavee; nessuno sarebbe potuto entrare per tentare di restituire quel pendente maledetto e far si che le piaghe abbattutesi sulla cittadella si arrestassero...Il Granduca Mordekai dunque, aveva un'unica possibilità…quella di seppellire quel monile assieme al corpo senza vita dello zio, con la speranza che questo avrebbe arrestato il susseguirsi delle disgrazie che stavano abbattendosi sulla cittadella… ma fu tutto inutile o quasi… A tutt'oggi, il corpo dello zio risiede sepolto nelle catacombe di famiglia erette all'interno del Palazzo Reale, l'ingresso del Santuario di Nuckelavee risulta ancora chiuso e l'equilibrio della Cittadella di Wardust con i suoi alleati sembra essere appesa ad un sottile filo di seta...

Uhm…

Una storia interessante vecchio. E ora?

La situazione attuale non sembra molto diversa, anche se il Duca Valgerd è morto.

Non ci sembra che le strade di questa cittadella pullulino di cittadini particolarmente allegri.

Non osate beffarvi dello stato in cui versa Wardust!

Siamo tutti coinvolti…!

Sulle spalle di quell'uomo, Mordekai, grava ancora una cittadella stremata dalla povertà e dalla miseria!

La crisi aveva perdurato per altri venti lunghi anni sotto la corona del Duca Valgerd e se non siete abbastanza arguti da notare che le cose non sono cambiate, allora dovete essere degli sciocchi!

Non infervorate il vostro spirito…

Non era nostra intenzione offendervi…

Abbiamo compreso la gravità…e ora ce ne andremo...

E comunque, le voci che abbiamo sentito sul vostro conto sono vere…

A quanto pare.

Siete un abile cantastorie.

Aspettate!

Prestate attenzione giovani uomini, poiché si dice che una strana malattia stia serpeggiando fra le genti della cittadella…

Uhm...certo, ne terremo conto.

Vi auguriamo una buona serata Signore.

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