Far tornare di moda il PBC

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03/11/2025 11:50:49

bwpstaff ha scritto: Lancio i miei two cents, non è il Gdr che sta morendo, ma i vecchi giocatori come noi ( non in senso lato del termine xD ).
Purtroppo ( o per fortuna?) noi siamo legati ad un vecchio metodo di gioco, con cui tra l'altro siamo cresciuti, ma il Gdr, come tutte le cose, è cambiato, non è più possibile trovare quelle belle land di una volta e siamo molto settati sul: si stava meglio quando si stava peggio.
Quindi che succede? Che facciamo come quegli anziani che si mettono a fissare i cantieri e critichiamo tutto, ma essendo noi della vecchia guardia, credo, la maggioranza di giocatori, le land hanno un calo drastico di iscrizioni, ma semplicemente perché noi della old school non ci iscriviamo, non abbiamo nessuna intenzione di adattarci al progresso dei gdr, quindi da lì il calo di utenza.
Basti vedere risposte date a molte presentazioni progetti, dove i più giovini ( e pieni di speranze ) rispondo in maniera entusiasta, mentre la vecchia guardia punta un po' il dito su tutto.
Quindi, qual è la soluzione?
Accettare il progresso e adattarci, oppure lottare perché i gdr tornino quelli di una volta?
Io personalmente ho scelto di adattarmi, perché i gdr mi piacciono, gioco complessivamente da 32 anni ( compresi i cartacei ) e non ho alcun problema ad adattarmi ai nuovi stili di gioco.

Quoto!

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03/11/2025 12:42:03

lubeck ha scritto: Il discorso è proprio che è difficile trovare l'equilibrio tra "il PBC è vecchio, dobbiamo svecchiarlo" e "rendiamo il PbC un'altra cosa".

Nessuno vuole rendere il pbc "un'altra cosa", sinceramente non vedo proprio dove sia sto rischio considerando che non saprei nemmeno in cosa si potrebbe trasformare di così diverso ma al contempo allettante per la marea di gente che lo ignora.

potrebbe essere però utile fare recruiting sano, nel dire quali sono i punti di forza (e anche di debolezza) del PbC verso una platea di giocatori di ruolo che forse non conosce il PbC o non lo ha mai provato.

Certo, ma per presentare un prodotto di qualsiasi genere, prima devi averlo il prodotto da presentare e dev'essere presentabile. Qui abbiamo poche Land ("ma gdr'o dice che ci sono 10mila giochi nella categoria western", ecco andate a vedere quanti sono pbc e quante Land sono aperte e quante sono aperte con più di 5 persone non staffer), si fa fatichissima a crearne di nuove, diverse di quelle che ci sono non sono promuovibili al di fuori del contesto pbc. Se non si interviene qui, non si va da nessuna parte.

1) Il più banale: nessuno di noi sa cosa fare e come
2) E' più semplice girarsi e dire "le land sono ferme a 20 anni fa" anzichè ammettere che nel corso del tempo si è depauperato un capitale umano notevole, forse anche con atteggiamenti sbagliati da parte nostra, non solo delle land.
3) E' meno energivoro ragionare (e non lo dico con disprezzo) su un iperurano di idee come caratteri, azioni, velocità e sistemi di gioco semplicemente perchè ti stai rapportando con qualcosa di molto teorico e molto inanimato. Fare lo stesso processo con un "umano che gioca" e convincerlo a giocare su un PBC è uno sforzo immenso di soldi e tempo

1) non è vero, ci sono molte idee che girano (anche da anni) e finché non si fanno discorsi che vanno oltre il pour parler come s'è sempre fatto qui, non verrà fuori granché.

2) le Land sono figlie del contesto e il contesto lo facciamo noi. Al netto del mondo che cambia, i pbc sono diventati indigesti pure per chi ai pbc gioca... Chi non ammette di essere parte del problema mente. Poi anche dire "siamo tutti colpevoli" non deve diventare il tana libera tutti, c'è chi ha fatto più danni, c'è chi è tutt'ora un problema per i pbc e lo sarà anche domani e non andrebbe messo al tavolo di nessun progetto/discussione.

3) quelle che chiami idee permettono però di creare progetti più chiari e stabili e di riportare chi ha mollato i pbc. Poi concordo che invece convincere gente di fuori è una sbatta enorme, ma ripeto, se ci interessassimo a recuperare "i nostri" o comunque a migliorare quello che c'è, già sarebbe tanto e sarebbe la base per pensare a proporre fuori, solo come step successivo però.

Il fatto che tanti siano invecchiati e i numeri scesi è un dato di fatto, non c'entra nulla però con il non poter intervenire su quello che c'è. Se no torno a ripetere, alziamo le mani come facciamo da sempre e via, fino alla prossima discussione su "i pbc stanno morendo, come possiamo salvarli"...

Guru, Uomo Immagine, Sobillatore, Edgelord, Hater, Giudice di Cannes (cit)

[NON sono (mai stato) il gestore di Thyrea!]

quota

sidney

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03/11/2025 19:01:38

butadon ha scritto: Questo sarà probabilmente il mio ultimo intervento sul forum, quindi mi scuso in anticipo con tutti coloro a cui non risponderò.

Vorrei provare a fornire una chiave di lettura diversa, affermando che, secondo me, il PbC, in passato, funzionasse molto peggio di adesso, e che la grande partecipazione che ha avuto dal 2000 in poi, calando col tempo, era composta in gran parte da persone che credevano, fallacemente, di poterlo vivere come una specie di tavolo allargato su cui giocare un surrogato del cartaceo.

Ne è conseguito un processo naturale di evoluzione e selezione: il PbC si è sviluppato naturalmente da solo seguendo quelle che erano le funzioni del medium (differente dal cartaceo) e intorno i suoi confini, e le persone che si approcciavano ad esso con l'intento di vivere le medesime avventure, sensazioni e meccaniche del gioco di ruolo più tradizionale si sono allontanate, scontente, col tempo.

Personalmente sono abbastanza convinto che questa, mescolata alla mancanza di conoscenze di game design da parte di chi ha aperto vari progetti nel tempo, come detto da altri prima di me, sia l'origine di tanti dei problemi che riscontriamo oggi ma che, soprattutto, vengono esposti qui su gdr-online. Sottolineo "qui su gdr-online" perché al di fuori di questo forum tanti di questi problemi nemmeno esistono, o non vengono presi in considerazione né considerati tali.

Per quanto riguarda i "giovani" credo che Crossfire abbia fornito un'ottima analisi: si basano sull'interpretazione (o meglio, sulla recitazione) e, soprattutto, non esistono regole. Non è una questione di tempistiche, di caratteri o di sistemi di gioco. I giocatori più giovani (adolescenti) queste cose non le guardano né le vogliono, ed è il motivo per cui una land viene scartata a priori: regole, manuali, meccaniche, funzioni. Ciò che vogliono è solo una cosa: recitare (e non lo dico in senso critico), e questo nelle land diventa complesso perché richiede una precedente immersione nelle meccaniche di gioco che accompagnano la land stessa. L'immediatezza di cui si parla, quindi, non riguarda il gioco in chat, ma l'approccio alla tipologia di gioco.

Rispondendo al titolo del topic, quindi, come rendere il PbC "di moda"? La mia risposta è unicamente una: è impossibile, poiché è una passione troppo di nicchia. E' qualcosa che non potrà mai andare davvero di moda, perché di moda, tra l'altro, non lo è mai stato davvero. Questo non significa che non possa crescere però.

E allora, modificando la domanda, come si potrebbe far crescere il PbC? Le risposte, dal mio punto di vista, si possono suddividere nei seguenti punti:
- cominciare a trattare il PbC per quello che è, senza vergognarsi di ciò che non è;
- smetterla di cercare di trasformare il PbC secondo quelli che sono canoni di medium differenti;
- investire enormi somme di denaro, con cognizione di causa.

E se i primi due punti sono fattibili, capisco le reali difficoltà nell'applicare il terzo, ma oggi nulla funziona senza soldi. Quindi proviamo ad analizzare un attimo i primi due:

D&D non ha modificato il suo modo di giocare perché i videogiochi si sono evoluti (esempio) ma ha portato fieramente avanti le sue modalità di gioco, incrementando, negli anni, il pubblico interessato. Questo, a mio avviso, è un esempio interessante: in molti interventi che ho letto (nel tempo) il PbC viene trattato come un surrogato zoppo del gioco di ruolo che va corretto e istruito meglio, quando in realtà non è così. E' un modo diverso di giocare, non inferiore, non fatto male, ma diverso. Cominciare ad abbracciare questa visione, coltivando quello che è un approccio unico (persino per l'estero) al gioco di ruolo, aiuterebbe sicuramente alla formazione di persone più consapevoli di quelli che sono gli strumenti del PbC e all'applicazione di conoscenze di game design più azzeccati per il medium.

Chiudo quest'intervento dicendo che, ovviamente, questo è solo il mio punto di vista.

Buona continuazione a tutti.

Condivido all'80% ciò che è stato scritto in questo post e considero l'analisi molto attinente a quello che è il mio attuale pensiero.
Tuttavia faccio un'aggiunta, per quanto concerne il 20%, e quoto un trafiletto.

- investire enormi somme di denaro, con cognizione di causa.

Io penso che da un lato questa sia la chiave di volta del problema e allo stesso tempo il grande tabù per il "successo" e lo svecchiamento del PbC.

Una volta non esisteva Facebook, non esisteva Instagram, non esisteva TikTok e non esisteva X (ex twitter). Non a caso la stessa ExtremLot, capostipite di una lunga serie di PbC, non si è mai definita GdR (se non in tempi relativamente recenti) bensì community. ELot (la differenzio da DLot, una costola nata a seguito di dissidi fra gestori) non ha mai realmente puntato sul GdR ma sulla coesione e sul concetto di comunità dei suoi utenti. Non a caso, ai tempi d'oro, non c'era la reale intenzione di creare una classe di vertici di gilda d'eccellenza; quanto di affidabilità e notorietà nei confronti dei gestori. Non importava che tu fossi bravo a giocare ma che fossi affidabile e carismatico. Se ci pensate le trame non erano nemmeno a sorpresa ma erano scritte dal Fato nei minimi dettagli e "raccontate" a tavolino come se fossero una commedia già scritta con un copione ben definito. Insomma a prescindere dal piano organizzativo esisteva un concetto, vivo come oggi, di community.

Secondo me il concetto di community è un po' l'ingrediente segreto che fidelizza realmente i giocatori i quali non stanno su Lot perché si gioca di qualità ma perché stanno tutti coesi, appicciati ai monitor, a spoilerare, a inciuciare e a inzozzare il GdR con ingerenze off game al solo scopo di fare comunità. Un po' come un piccolo borgo dove tutti si conoscono e vanno alla caccia del doppio solamente per gossip dimenticandosi del gioco vero e proprio.
All'epoca, con l'assenza dei social network, ovviamente questa filosofia era galoppante. Oggi abbiamo gruppi facebook di gattini, commentatori di post di istagram, attori e attrici da baraccone su tiktok e leoni da tastiera su X. Tutto questo disagio fa comunità che nel tempo ha cambiato nome (chatter, disagiati, nerd ecc) ma comunque continuano tutti ad esistere a prescindere dalla definizione (qualitativa o dispregiativa) del termine. E fanno, o facevano, da zoccolo duro per il successo di una land.
Io non ho mai conosciuto un PbC che fosse scevro da questa utenza dove anche il più sano alla fine veniva avvelenato da quello che il tessuto sociale dell'epoca alla stregua di: che schifo dammene ancora. Perché sotto sotto piaceva un po' a tutti e più la community era grande e riempita di intrighi ed impicci e più era appetitoso farne parte. Mi ricordo ancora una celebre fase di uno degli amministratori del tempo che disse: quando entro su ELot la moderazione assorbe il 90% del tempo. Certo perché poi questo caos lo dovevi disciplinare e non potevi permettere che andasse avanti indiscriminato.

Per venire alla ciccia di tutto questo discorso però è importante avere in mente il concetto di community che raccoglie il bello e il buono di un tessuto sociale che fa presenza, fa gioco (a modo suo) e fa numeri.

In seconda battuta c'è il vettore, e qui veniamo al discorso economico.
Il vettore, a causa della pesante offerta a scapito della minuta e stitica domanda, è proporzionalmente efficace sulla base di quanto io ci spenda sopra. Più spingo, tramite social network, più ho visibilità e più gratto il tessuto sociale del popolo del web sperando di trovare l'interessato al mio prodotto. Esattamente di come le aziende spingano i loro scadenti prodotti per ingannare l'utente che speranzoso si lancia sul prodotto di tendenza e in qualche modo si fidelizza.

Noi possiamo inventarci tutto quello che ci pare, arrivare a concepire anche l'intelligenza artificiale applicata come elemento distintivo del nostro prodotto. Ma se non riusciamo a fare gruppo saremo sempre fermi. È un contesto malsano? Sì. È un contesto diseducativo sotto certi aspetti? Sì. È pieno di disturbatori? Sì. Però fanno comunità.
Ricordiamoci che anche Roma è nata così in una delle sue accezioni leggendarie, un luogo di ritrovo di delinquenti e sbandati per poi diventare la superpotenza mondiale (dell'epoca) di cui oggi abbiamo retaggio dopo duemila e cinquecento anni. E a dimostrazione della mia teoria, l'orgoglio della sua potenza è un anfiteatro dove dentro si ammazzava la gente per hobby non certo le sue accademie dove si diffondeva la cultura e la conoscenza.

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03/11/2025 22:35:33

Leggere queste righe, dopo tutti questi anni, mi lascia un profondo senso di solitudine e la forte sensazione di nostalgia per qualcosa che, forse, non ho mai vissuto a pieno.
Mi chiedo se abbia mai veramente giocato o, semplicemente, mi sia consolata con il dolce pensiero di vite mai vissute.
Non so se qualcuno di voi condivida con me questa strana sensazione ma, se lo fate, potete capire quanto il gioco di ruolo play by chat stia diventando sempre più qualcosa di mistico.

Cercando di tornare indietro, mi sento come Quei nati negli anni 90 che provano nostalgia per gli anni 80, vittime di filmografie e pubblicità.

Vorrei veramente tornare indietro per cercare di riportare al giorno d'oggi quel qualcosa che vedo mancare nel play by chat odierno ma, sapete cosa ho finito per capire?

Quel che manca al play by chat di oggi, siamo i noi di ieri e non credo ci sia modo di riportarci indietro.